Disturbi psicosomatici by Giancarlo Trombini & Franco Baldoni

Disturbi psicosomatici by Giancarlo Trombini & Franco Baldoni

autore:Giancarlo, Trombini & Franco, Baldoni [Giancarlo, Trombini & Franco, Baldoni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815145512
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


Le relazioni familiari

Nei pazienti affetti da malattie croniche si riscontra di frequente una situazione familiare particolare che sembra avere un’influenza sia sull’insorgenza sia sul mantenimento del disturbo. Questo vale non solo per patologie psichiche e comportamentali come le psicosi o le alterazioni del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità o vomito psicogeno), ma anche per molte malattie somatiche come asma, diabete, psoriasi o rettocolite ulcerosa.

In questi casi un approccio terapeutico che non tenga conto di questi aspetti risulta troppo parziale e, con ogni probabilità, votato all’insuccesso. Da tempo, infatti, molti psichiatri e psicologi si sono resi conto dei limiti che si incontrano affrontando tali problematiche in una prospettiva esclusivamente individuale.

Alla fine degli anni Cinquanta una serie di studi condotti su bambini asmatici aveva dimostrato che i loro sintomi miglioravano solo durante il ricovero in ospedale. Questi progressi, però, non sembravano dovuti alle condizioni di igiene e all’assenza nell’ambiente di sostanze allergeniche, ma alla lontananza dai conflitti e dalle tensioni familiari. Infatti i bambini, se venivano esposti sperimentalmente alla polvere di casa (verso la quale si presumeva avessero sviluppato allergia), non manifestavano alcuna crisi di asma.

Anche Hilde Bruch, una nota psicoanalista che si occupava di disturbi del comportamento alimentare quali l’anoressia e la bulimia, aveva scoperto quanto i suoi pazienti fossero morbosamente legati ai propri genitori e alla famiglia in genere, al punto che non si poteva neanche immaginare una terapia efficace che non cercasse di modificare questa relazione patologica.

In quegli anni le teorie sistemiche e la cibernetica (alle quali abbiamo accennato nel capitolo 2) offrirono una nuova prospettiva attraverso la quale affrontare queste situazioni.

Il primo ad utilizzare questi nuovi approcci in psicosomatica fu Don D. Jackson, il quale trattò, attraverso una terapia di orientamento sistemico, famiglie di pazienti affetti da rettocolite ulcerosa, una grave malattia infiammatoria intestinale, riscontrando in esse un particolare tipo di comportamento che chiamò restrittivo.

Questi nuclei familiari erano caratterizzati da relazioni impoverite per l’imposizione di regole educative molto rigide, che impedivano la libera espressione dei propri sentimenti e la manifestazione di dissensi e di conflitti. Questo non permetteva lo sviluppo di una normale autonomia e limitava l’integrazione con la società esterna. Le amicizie e le relazioni a scuola e sul lavoro, infatti, risultavano scarse e molto formali.

Jackson ipotizzò che i sintomi intestinali dipendessero dallo stress familiare, ma ritenne allo stesso tempo che il paziente, con una modalità circolare, contribuisse con la propria malattia al mantenimento dell’equilibrio patologico familiare. Egli chiamò questo equilibrio «omeostasi del sistema», utilizzando un termine che, come abbiamo visto, era stato coniato dal fisiologo Cannon all’inizio del secolo.

Alla fine degli anni Sessanta le teorie sistemiche e cibernetiche cominciarono a diffondersi anche in Europa e particolarmente in Italia, dove Mara Selvini Palazzoli, una psicoterapeuta di formazione psicoanalitica che si occupava da molti anni di disturbi dell’alimentazione, fondò, assieme ai suoi allievi Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata, il Centro milanese di terapia familiare. In questa sede la Selvini sviluppò un proprio metodo, divenuto noto come modello sistemico, utilizzando il quale studiò numerose famiglie di pazienti affette da anoressia mentale e bulimia.



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